18 Gennaio 2023

Produrre olivi per micropropagazione

Avanzamenti tecnici e progressi degli ultimi anni sulla micropropagazione dell’olivo vanno incontro alla crescente domanda del mercato.


di Eddo Rugini e Giuseppe Zuccherelli

La micropropagazione delle piante da frutto è stata accolta inizialmente con diffidenza e l’olivo non è stato risparmiato da questa sorte. Alla diffidenza verso le innovazioni si sono aggiunte altre cause, quali il timore che il normale rinvigorimento, cui tutte le specie vanno soggette in vitro, potesse causare ritardi nell’entrata in fioritura, il timore di mutazioni genetiche, la forte richiesta di piante innestate su semenzale, ritenute più adatte agli impianti in suoli sciolti e siccitosi di zone ventose, la diffusione di giudizi negativi per meri fini d’interesse commerciale a difesa della moltiplicazione tradizionale e, infine, la mancanza di campi sperimentali che avrebbero consentito di dimostrare la validità della tecnica.
I vivaisti non hanno saputo cogliere l’occasione di sfruttare questa opportunità che avrebbe consentito anche di contrastare la crisi del vivaismo olivicolo in atto da molti anni, crisi peraltro aggravata dall’annosa incertezza sulle scelte varietali per i nuovi oliveti ad alta e altissima densità, e per contrastare il flagello della Xylella. Nell’ampio germoplasma disponibile sono poche le varietà che soddisfano le esigenze della moderna olivicoltura e, almeno in Italia, nuove varietà tardano ad arrivare sul mercato a causa di scelte politiche tutt’altro che lungimiranti.
Infatti, alla lodevole iniziativa per la raccolta e conservazione del germoplasma, non è seguita una promozione di miglioramento genetico, né con metodiche tradizionali, né tanto meno con quelle biotecnologiche.
Queste ultime, anzi, sono state stroncate per motivi ideologici e proprio nel momento in cui l’Italia primeggiava in questo campo, da quegli stessi ‘decisori politici’ che oggi invocano la realizzazione di impianti con varietà italiane.
Appare quindi ragionevole prevedere che l’auspicato rilancio della nuova olivicoltura porti con sé una forte domanda di piante di qualità, che solo la micropropagazione potrà assicurare in tempi rapidi. Finora l’offerta di piante di olivo da vitro è stata molto limitata; in pratica solo un laboratorio commerciale, “Vitroplant Italia”, è stato in grado di offrire una discreta quantità di piante di diverse varietà ma destinata all’esportazione.
In questo articolo si vuole fare il punto sulla qualità delle piante micropropagate per stimolazione di gemme ascellari ripercorrendo esperienze passate e recenti e ci si propone di segnalare eventuali criticità relative alla tecnica e di fornire suggerimenti per superarle. Si vuole altresì sottolineare che questa attività è supportata da istituzioni specializzate, come il CAV (Centro Attività Vivaistiche) per la fornitura di materiale iniziale, almeno per le varietà italiane, derivato da “piante madri certificate” che mette a riparo il micropropagatore da possibili errori nella scelta del materiale di partenza, evitando di utilizzare gemme da piante non sempre ben identificate e/o di rami non propriamente idonei a garantire un prodotto di qualità. È bene ricordare che la legge obbliga i laboratori commerciali a rinnovare le colture con ritmi pressoché annuali per evitare di incorrere in problemi di stabilità genetica.